Barlume, piccoli stralci di quanto è rimasto vivo dentro di me, di un pezzo della mia vita improvvisamente coinvolta in una situazione di dolore. La sofferenza, le emozioni sono così intense, così travolgenti sempre in movimento, che non permettono sosta o respiro. Non lasciano la lucidità e la tranquillità per comunicarle, per ripensarle, per trasferirle nelle parole. In questi mesi ho incontrato il coraggio, il coraggio di Ale e di una famiglia che, nonostante il dolore, ha saputo cercare in se stessa la forza e soprattutto l’equilibrio per camminare sul filo del mistero che separa la morte dalla vita. Ho conosciuto il coraggio, quello più difficile da attuare perché diluito nel tempo, da mettere fuori goccia a goccia senza lasciare spazi a ripensamenti e dubbi; quel coraggio che si nutre di poche certezze e di tanta speranza. E’ il coraggio che cambia l’esistenza di un bambino, di una famiglia ogni ora, ogni minuto, perché arriva a stravolgere anche sogni e desideri; quel coraggio che porta con sé la tenacia di credere nella vita anche quando tutto sembra negarla, che ti spinge a pensare che sarà di nuovo primavera mentre soffriamo il freddo e la solitudine dell’inverno.
Ti rivedo Ale …ti rivedo in piedi accanto al tavolo mentre mangi la tua kinder fetta; ti ascolto, con quel visetto sorridente e luminoso, mentre cercavi di convincermi che con un salto si può anche volare per andare a toccare le stelle, le tante stelle che hanno illuminato le tue sere d’estate. Ed ora eccomi, spettatrice malinconica di quel pezzo di cielo stellato che ora tace e a cui un giorno, le stelle restituiranno un senso. Ed allora, ad ogni primavera, tornerà a meravigliarci l’erba, che puntuale, tornerà a crescere anche nelle fessure dove il vento ha trasportato un po’ di terra. Lì, senza preoccuparsi di essere calpestata, senza chiedersi se diventerà o meno una spiga, vive il suo pezzo di vita nella pienezza che le è stata regalata. Silenziosamente i ricordi diventano immagini e la forza del pensiero rompe i limiti imposti dalla natura e vedo quello che agli occhi è negato vedere. Supero l’evidenza, l’immediatezza della vista per andare oltre senza farmi paralizzare dal mio buio ed allora appari rincorrere le piccole onde nell’immenso azzurro del mare che riempiva i tuoi occhi lasciandoti nello stupore. Il tuo sguardo, sorpreso e meravigliato, girava intorno, incredulo, su quella immensa distesa di colori che ondeggiavano ed era mare da ogni parte.
“ Ed in mezzo a quel mare cercherò di scoprire quale stella sei perché mi perderei se dovessi capire che stanotte non ci sei..”
Ti voglio bene Ale…
Melania