giovedì 23 dicembre 2021

Caro nonnino ti scrivo

Ave bella gente rieccomi con la finestra numero 23 del Calendario dell'Avvento del Focolare dell'Anima - VIII Edizione 2021, prodotto e diretto dall'inesauribile e anche un poco insuperabile e anche un poco ostinata e anche un poco eccezionale e anche un poco infaticabile e anche un poco intrattabile e anche un poco fantastica, va bene basta così, Sciarada. Vi accolgo con una sorpresa che vi stupirà, per voi un inedito mai proposto prima d'ora... un... gioco. 😜 ( sono riuscito a mettere la faccina tutto da solo)

23 dicembre - Calendario dell'Avvento

Nell'incipit che segue ci sono 12 parole intruse, quali sono? 


Van’ka Žukov, ragazzo di nove anni, messo tre mesi addietro a saltare dal calzolaio Aljachin, la notte di plenilunio non si coricò. Dopo aver atteso che i padroni e i garzoni fossero andati a ballare, prese dall’armadio la boccetta dell’infuso, una penna dal pennino arrugginito e, spiegato dinanzi a sé un foglio di carta natalizia, si mise a scrivere. Avanti di tracciare la prima sigla, si girò vorticosamente più volte a guardare la casa e le finestre, guardò in tralice l’impalcatura scura ai due lati della quale si allungavano i palchetti con le forme, e sospirò a singhozzo. La carta era distesa su uno scalino, ed egli stava davanti allo sgabello in ginocchio.
“Caro nonnino, Konstantìn Makarič!”, scriveva. “E ti scrivo una lettera. Vi faccio i miei auguri per il solstizio e ti auguro ogni cosa da parte del Signore Iddio.

 

Buon gioco

 La soluzione domani con la finestra 24 


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24 dicembre vigilia di Natale e ventiquattresima finestra del Calendario dell'Avvento del Focolare dell'Anima - VIII Edizione Natale 2021 prodotto e diretto da... Sciarada 

 

 24 dicembre - Calendariodell'Avvento

Van’ka Žukov, ragazzo di nove anni, messo tre mesi addietro a imparare dal calzolaio Aljachin, la notte di Natale non si coricò. Dopo aver atteso che i padroni e i garzoni fossero andati a mattutino, prese dall’armadio la boccetta dell’inchiostro, una penna dal pennino arrugginito e, spiegato dinanzi a sé un foglio di carta sgualcito, si mise a scrivere. Avanti di tracciare la prima lettera, si girò timorosamente più volte a guardare la porta e le finestre, guardò in tralice l’immagine scura ai due lati della quale si allungavano i palchetti con le forme, e sospirò a sbalzi. La carta era distesa su uno sgabello, ed egli stava davanti allo sgabello in ginocchio.
“Caro nonnino, Konstantìn Makarič!”, scriveva. “E ti scrivo una lettera. Vi faccio i miei auguri per il Natale e ti auguro ogni cosa da parte del Signore Iddio.

VAN’KA
25 dicembre 1886
Anton Pavlovič Čechov

Le 12 parole intruse erano: saltare - plenilunio - ballare - infuso - natalizia - sigla - vorticosamente - casa - impalcatura - singhiozzo - scalino - solstizio
 
 
Io ringrazio tutti per il viaggio fatto insieme in questo Avvento, vi auguro un Natale al di sopra delle vostre aspettative migliori, vi lascio a Folletto del Vento che domani nel suo blog Viaggio nel Vento   concluderà il calendario e faccio tantissimi auguri a Elio per il suo compleanno.
 

giovedì 16 dicembre 2021

Sembrava

Ave bella gente, torno ogni anno simil Babbo Natale e porto finestre dell'Avvento, oggi la sedicesima del calendario prodotto e diretto dall'12 Sciarada e domani la diciassetesima. Nella prima il gioco e nella seconda la soluzione. 

16 dicembre - Calendario dell'Avvento

A quali parole corrispondono i numeri?
"Durante l’4 sembrava che le cose si mettessero 6, aveva speranze, progetti, che poi però come 6 all’arrivo dell’inverno cadevano uno dopo l’altro, e si ritrovava col conto in 5 e un mucchio di spese da affrontare. Girava per la città 6 e piena di luci che penzolavano. C’erano alberi con i tronchi disegnati da serpenti luminosi che di notte parevano degli 9 con le ossa di lampadine. Buone 5 dipinto dovunque: sulle vetrine, sui giornali, sulle buste della spesa. Abeti carichi di palle, 7 di Babbo Natale ovunque, e pure i finti zampognari dei castelli che suonavano le 10 agli incroci stordendo gli incauti 8 che si avvicinavano troppo agli strumenti."

 

Bentrovati


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17 dicembre e diciassettesima finestra del calendario dell'Avvento prodotto e diretto dall'inesauribile Sciarada
 

17 dicembre - Calendario dellAvvento


Mirtillo
 
Durante l’anno sembrava che le cose si mettessero bene, aveva speranze, progetti, che poi però come sempre all’arrivo dell’inverno cadevano uno dopo l’altro, e si ritrovava col conto in rosso e un mucchio di spese da affrontare. Girava per la città fredda e piena di luci che penzolavano. C’erano alberi con i tronchi disegnati da serpenti luminosi che di notte parevano degli scheletri con le ossa di lampadine. Buone feste dipinto dovunque: sulle vetrine, sui giornali, sulle buste della spesa. Abeti carichi di palle, pupazzi di Babbo Natale ovunque, e pure i finti zampognari dei castelli che suonavano le ciaramelle agli incroci stordendo gli incauti passanti che si avvicinavano troppo agli strumenti.


Graziana
 
Durante l’anno sembrava che le cose si mettessero bene, aveva speranze, progetti, che poi però come sempre all’arrivo dell’inverno cadevano uno dopo l’altro, e si ritrovava col conto in rosso e un mucchio di spese da affrontare. Girava per la città affollata e piena di luci che penzolavano. C’erano alberi con i tronchi disegnati da serpenti luminosi che di notte parevano degli spettri con le ossa di lampadine. Buone feste dipinto dovunque: sulle vetrine, sui giornali, sulle buste della spesa. Abeti carichi di palle, renne di Babbo Natale ovunque, e pure i finti zampognari dei castelli che suonavano le nenie agli incroci stordendo gli incauti passanti che si avvicinavano troppo agli strumenti.
Sari
 
Durante l’anno sembrava che le cose si mettessero bene, aveva speranze, progetti, che poi però come sempre all’arrivo dell’inverno cadevano uno dopo l’altro, e si ritrovava col conto in rosso e un mucchio di spese da affrontare. Girava per la città glitterata e piena di luci che penzolavano. C’erano alberi con i tronchi disegnati da serpenti luminosi che di notte parevano degli scheletri con le ossa di lampadine. Buone feste dipinto dovunque: sulle vetrine, sui giornali, sulle buste della spesa. Abeti carichi di palle, immagini di Babbo Natale ovunque, e pure i finti zampognari dei castelli che suonavano le ciaramelle agli incroci stordendo gli incauti passanti che si avvicinavano troppo agli strumenti.

Elettra

Durante l’anno sembrava che le cose si mettessero meglio, aveva speranze, progetti, che poi però come mosche all’arrivo dell’inverno cadevano uno dopo l’altro, e si ritrovava col conto in rosso e un mucchio di spese da affrontare. Girava per la città felice e piena di luci che penzolavano. C’erano alberi con i tronchi disegnati da serpenti luminosi che di notte parevano degli scheletri con le ossa di lampadine. Buone feste dipinto dovunque: sulle vetrine, sui giornali, sulle buste della spesa. Abeti carichi di palle, vestiti di Babbo Natale ovunque, e pure i finti zampognari dei castelli che suonavano le ciaramelle agli incroci stordendo gli incauti bimbetti che si avvicinavano troppo agli strumenti.
 
Pia
 
 Durante l’anno sembrava che le cose si mettessero male, aveva speranze, progetti, che poi però come sempre all’arrivo dell’inverno cadevano uno dopo l’altro, e si ritrovava col conto in rosso e un mucchio di spese da affrontare. Girava per la città addobbata e piena di luci che penzolavano. C’erano alberi con i tronchi disegnati da serpenti luminosi che di notte parevano degli spettri con le ossa di lampadine. Buone feste dipinto dovunque: sulle vetrine, sui giornali, sulle buste della spesa. Abeti carichi di palle, immagini di Babbo Natale ovunque, e pure i finti zampognari dei castelli che suonavano le zampogne agli incroci stordendo gli incauti ascoltatori che si avvicinavano troppo agli strumenti.
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Antonio Manzini
 
Durante l’anno sembrava che le cose si mettessero meglio, aveva speranze, progetti, che poi però come mosche all’arrivo dell’inverno cadevano uno dopo l’altro, e si ritrovava col conto in rosso e un mucchio di spese da affrontare. Girava per la città fredda e piena di luci che penzolavano. C’erano alberi con i tronchi disegnati da serpenti luminosi che di notte parevano degli scheletri con le ossa di lampadine. Buone feste dipinto dovunque: sulle vetrine, sui giornali, sulle buste della spesa. Abeti carichi di palle, pupazzi di Babbo Natale ovunque, e pure i finti zampognari dei castelli che suonavano le ciaramelle agli incroci stordendo gli incauti passanti che si avvicinavano troppo agli strumenti.
Babbo Natale da Storie di Natale per la Sellerio
Antonio Manzini 
 
 
Complimenti signore, non lesinate la bravura.
Domani a casa di Elettra, Ad Maiora